Startup innovative 2020: cosa ci dicono i dati
Startup innovative, cosa sono e perché è così importante aiutarle a crescere? È disponibile online la nuova edizione del Report trimestrale 2020 dedicato al monitoraggio delle startup innovative, redatto dal MISE e da InfoCamere. Scopriamo insieme qual è lo stato dell’arte in Italia.
Prima di analizzare il Report, cerchiamo di chiarire cosa si intende per startup innovative. Si definiscono così le società di capitali, anche in forma cooperativa, costituite da meno di cinque anni, con fatturato annuo inferiore a cinque milioni di euro, non quotate, e in possesso di determinati indicatori relativi all’innovazione tecnologica previsti dalla normativa nazionale (a questo link puoi avere una panoramica completa dei requisiti).
Startup innovative nel 2020: cosa dicono i dati
Si chiude un anno molto particolare per quanto riguarda l’intera economia mondiale. Per questo è di fondamentale importanza leggere e interpretare i dati contenuti nell’ultimo rapporto del MISE sulle startup innovative. Ecco cosa ci dice il Report su quest’anno trascorso…
Al termine del quarto trimestre 2020, il numero di startup innovative iscritte alla sezione speciale del Registro delle Imprese si assestano sopra quota 10mila, confermando il dato dell’anno scorso. Nonostante un leggero calo rispetto al trimestre precedente (-1,4%), parliamo di 11.899 imprese, un trend comunque incoraggiante, data la difficoltà del periodo.
Distribuzione geografica
La Lombardia si riconferma la regione che ospita la maggior parte delle startup italiane (27%, con un totale di 3218 startup). Le altre regioni che superano la quota mille sono il Lazio (1.383) e la Campania con 1.053 startup. A seguire, il Veneto (974), l’Emilia Romagna, con 932 startup e il Piemonte, con 659 nuove imprese. In coda figurano la Basilicata con 108 (0,9%), il Molise con 75 (0,6%) e la Valle d’Aosta con 22 startup innovative (0,2% del totale nazionale).
Spazio ai giovani, ma imprese femminili ancora poco rappresentate
C’è, inoltre, un dato incoraggiante per i giovani: non solo si nota un aumento dello 0,5% dei soci di capitale dell’azienda in generale, ma soprattutto c’è un’elevata rappresentazione di imprese fondate da under-35. Le startup innovative a prevalenza giovanile, infatti, sono 2.256, il 19% del totale: si tratta di un dato di quattro punti percentuali superiore rispetto a quello rilevato tra le nuove aziende non innovative, che si attesta al 15,9%.
Si rileva, invece, un trend negativo per quanto riguarda le imprese femminili, ancora poco rappresentate: 13,1%, contro un 21,5% registrato nel complesso delle società di capitali.
Distribuzione per settori di attività
Quali sono i settori in cui si è investito maggiormente nell’ultimo trimestre del 2020? Il primo settore in assoluto, con il 74,4% del totale delle startup, è quello dei servizi alle imprese. In particolare, le startup che operano in questo settore si occupano di: produzione di software e consulenza informatica, attività di ricerca e sviluppo, attività dei servizi d’informazione. A seguire (17,2%) le startup innovative che lavorano nel settore manifatturiero (in questo campo, in testa ci sono le aziende che si occupano di: fabbricazione di macchinari, fabbricazione di computer e prodotti elettronici e ottici). Il resto delle startup si occupa di commercio.
Fatturato
Broxlab lavora da anni al fianco delle aziende e accompagna le startup in tutto il loro percorso di nascita e crescita, fino ad accompagnarle sul mercato.
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