Il nuovo Piano Nazionale Transizione 4.0 è il punto di partenza del Recovery Fund italiano. Si tratta di una manovra che ha come obiettivi principali: stimolare gli investimenti privati e dare stabilità alle imprese. Scopriamo insieme quali sono gli strumenti finanziari messi a disposizione dal Governo e chi ci può accedere.

Il Piano Transizione 4.0 è la nuova politica industriale del Paese, più inclusiva e attenta alla sostenibilità. Rispetto al precedente Piano 2019-2020, infatti, gli strumenti fiscali sono incentrati ancora di più sugli investimenti green, sulle attività di design e ideazione estetica e sulla formazione 4.0. Tutti temi caldi, questi, su cui si giocano processi di transizione digitale dell’intero sistema produttivo.

Nuovo Piano Transizione 4.0: cosa cambia?

La legge di bilancio 2020 ha rinnovato gli incentivi di Impresa 4.0 (ve ne abbiamo parlato qui) per l’acquisto di beni strumentali da parte delle imprese, cambiando però, rispetto alle agevolazioni 2017 (Industria 4.0, leggi qui ) e 2019 (Impresa 4.0), la modalità dell’agevolazione, che diventa ora esclusivamente credito di imposta.

Si tratta di un piano biennale, ma la decorrenza delle misure è stata anticipata al 16 novembre 2020, per beni che si possono ricevere fino al giugno 2023. Le aliquote dei crediti di imposta variano a seconda della categoria di beni o servizi che si acquistano.

Niente più super e iper ammortamento, quindi. Nel caso del vecchio superammortamento, ora l’agevolazione, come credito di imposta per i beni strumentali, sarà pari al:

  • 6% del valore del nuovo bene acquistato, per investire fino a 2 milioni di euro;
  • 15% per investimenti con tetto fino a mezzo milione di euro, per i beni immateriali, in particolare i software.

Mentre, l’ex iperammortamento si sostituisce con un credito di imposta pari al:

  • 40% per investire fino a 2,5 milioni di euro;
  • 20% per investire tra 2,5 milioni e 10 milioni di euro del valore dei beni materiali acquistati;

Una delle novità più interessanti, inoltre, è che possono godere dell’agevolazione anche aziende che non hanno utili dichiarati.

Innovazione

Nel nuovo Piano, anche il concetto di innovazione si amplia. Infatti, si estende alle attività di innovazione tecnologica finalizzate alla realizzazione di prodotti o processi di produzione, alla transizione ecologica e al design:

  • Innovazione tecnologica: incremento dal 6% al 10% e massimale da 1,5 milioni a 2 milioni;
  • Innovazione green e digitale: incremento dal 10% al 15% e massimale da 1,5 milioni a 2 milioni;
  • Design e ideazione estetica: incremento dal 6% al 10% e massimale da 1,5 milioni a 2 milioni.

Ricerca & Sviluppo

Come il Piano Impresa e il vecchio Piano Transizione, anche in questo caso sono previste delle agevolazioni per le ricerche e gli investimenti in ambito R&S. Qui, il credito di imposta varia dal 12% al 20%, con un massimale da 3 milioni a 4 milioni di investimento.

Formazione 4.0

La formazione rappresenta un altro pilastro di questo Piano. Infatti, come per i precedenti Piani, anche qui, per le spese relative alla formazione del personale, è previsto il credito d’imposta.  L’agevolazione è estesa fino al 2022 e si riferisce alle materie riguardanti le tecnologie rilevanti per la trasformazione tecnologica e digitale delle imprese. Tra le spese ammissibili rientrano:

  • le spese di personale relative ai formatori per le ore di partecipazione alla formazione;
  • i costi di esercizio relativi a formatori e partecipanti connessi al progetto di formazione. Ad esempio: le spese di viaggio, i materiali e le forniture, l’ammortamento degli strumenti e delle attrezzature. Sono escluse le spese di alloggio, ad eccezione delle spese di alloggio minime necessarie per i partecipanti che sono lavoratori con disabilità;
  • i costi dei servizi di consulenza connessi al progetto di formazione;
  • le spese di personale relative ai partecipanti alla formazione e le spese generali indirette (spese amministrative, locazione, spese generali) per le ore durante le quali i partecipanti hanno seguito la formazione.

Un’altra novità, inoltre, riguarda i soggetti che possono svolgere attività formative: da quest’anno rientrano anche gli Istituti tecnici superiori.

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