Se ti sei affacciato nel mondo delle startup sicuramente hai già sentito parlare di incubatori e acceleratori per imprese e, appunto, startup. In questo articolo scopriremo cosa sono e quali sono le differenze tra un incubatore e un acceleratore.

Hai avuto un’idea incredibile, vuoi farne un business, ma non sai come fare; oppure ti sei reso conto che mettere su una startup non è semplice come pensavi? Far crescere il proprio progetto imprenditoriale quando si è alle prime armi è difficile. Per questo esistono dei luoghi che aiutano i giovani imprenditori a dar vita alle loro idee e a trasformarle in startup innovative. Stiamo parlando di incubatori di impresa e acceleratori di startup. Si sente sempre più spesso parlare di queste due realtà, ma spesso si tende a confonderle e a pensare che siano la stessa cosa.

Sommariamente, possiamo dire che entrambi hanno lo scopo di aiutare le startup e le aziende innovative, ma lo fanno in momenti differenti della vita dell’impresa. Infatti, l’incubatore di startup è il luogo ideale per chi deve ancora sviluppare la propria idea di business; l’acceleratore, invece, è il luogo per chi ha già una startup avviata, ma ha bisogno di un aiuto per far decollare il suo progetto. Visto che hanno finalità diverse, diversi sono anche i servizi che offrono e i rispettivi costi.

Incubatore di startup: cos’è e cosa offre

Come dicevamo, un incubatore è il primo gradino per creare una startup. Gli incubatori di solito accolgono team che hanno appena iniziato a lavorare alla propria idea per trasformarla in un’azienda. Sì, ma come funziona? L’incubatore offre vari servizi, mettendo a disposizione gli strumenti, le competenze e tutte le risorse necessarie. Non esiste un periodo di incubazione uguale per tutti, ma varia a seconda della startup (anche se difficilmente dura più di tre anni).

Superato il limite di tempo stabilito, la startup deve trasformarsi in un’azienda vera e propria in grado di produrre utili e attrarre nuovi capitali.

Nello specifico, oltre a un luogo fisico dove svolgere le attività quotidiane, un incubatore mette a disposizione una serie di servizi che vanno dalla formazione, alla mentorship fino alla realizzazione di un business plan. Inoltre, gli incubatori sono molto utili anche per rispondere a bandi e finanziamenti per accedere al credito (per approfondire, leggi qui il nostro articolo sulla finanza agevolata).

Per quanto riguarda i costi, invece? Il panorama è vasto: generalmente ci sono quelli che prevedono il pagamento di una fee mensile (una sorta di affitto), oppure la cessione di quote della nascente startup; ma ci sono anche incubatori gratuiti sostenuti da fondi pubblici.

Diverse tipologie di incubatore

Gli incubatori possono essere pubblici o privati, profit o no profit. Tra le principali tipologie pubbliche troviamo i BIC (Business Innovation Centers) e gli UBI (University Business Incubator), la cui attività di incubazione prevedeva la fornitura di servizi di base alle imprese, come, ad esempio, la fornitura di spazi, infrastrutture o canali di comunicazione.

Gli incubatori privati, rispetto a quelli pubblici, generalmente offrono tecnologie a supporto delle nuove realtà imprenditoriali: tra questi troviamo le IPI (Independent Private  Incubators) e i CPI (Corporate Private Incubators). La loro funzione è quella di facilitare il rapido sviluppo delle imprese offrendo sia risorse nelle prime fasi di creazione e della definizione del modello di business, sia durante tutto il loro processo di formazione ed evoluzione.

Acceleratore di startup: cos’è e cosa offre

Ho l’idea, ho il team formato, ora voglio diventare protagonista del mercato; come fare? A questo punto entra in gioco l’acceleratore!

Per entrare a far parte di un acceleratore di startup, infatti, si deve avere un prodotto o un servizio già ben definito. I servizi offerti da un acceleratore sono simili a quelli dell’incubatore, ma hanno una diversa focalizzazione: crescita e conquista del mercato. Solitamente, i programmi degli acceleratori di startup hanno una durata inferiore rispetto a quelli degli incubatori: nel giro di pochi mesi si deve riuscire a completare il proprio progetto.

Quando parliamo di acceleratori di startup, parliamo di aziende vere e proprie e quindi si tratta di realtà profit oriented. Questo vuol dire che i servizi sono a pagamento. Il metodo più utilizzato è quello dell’equity: l’acceleratore diventa proprietario di quote societarie e partecipa ai dividendi di fine anno, nel caso in cui il fatturato sia in attivo.

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